

Si sente sempre più spesso parlare di sicurezza informatica, in merito alla tutela e alla protezione di un
sistema informatico e dei dati in esso contenuti. Purtroppo, però, anche i sistemi più sofisticati possono presentare
delle falle. Dunque, quanto siamo realmente sicuri?
Il fenomeno più discusso delle ultime settimane è il bug di OpenSSL, chiamato Heartbleed (ossia, cuore sanguinante),
uno dei più pericolosi di sempre e in molti si chiedono se quest’ultimo abbia a che fare con il più recente problema
riscontrato dal provider italiano Libero.it.
Si sente sempre più spesso parlare di sicurezza informatica, in merito alla tutela e alla protezione dell’integrità fisica e
logico-funzionale di un sistema informatico e dei dati in esso contenuti. Purtroppo, però, anche i sistemi più sofisticati
possono presentare delle falle. Dunque, quanto siamo realmente sicuri?
Il fenomeno più discusso delle ultime settimane è il bug di OpenSSL, chiamato Heartbleed (ossia, cuore sanguinante),
uno dei più pericolosi di sempre. OpenSSL è un software di sicurezza usato da milioni di siti per criptare le
comunicazioni più delicate e Heartbleed mette a rischio password e carte di credito in due terzi dei siti web. La cosa
più pericolosa è che la falla consente agli hacker di rubare le informazioni criptate senza lasciare traccia dell’operato.
La falla esiste dal dicembre 2011, ma è stata scoperta e comunicata solo lunedì 7 aprile da Neel Metha, ingegnere di
Google, che ha creato una pagina web con tanto di logo “carino”. È la prima volta che si comunica una criticità così
grave. (Fonte: Focus.it)
In molti si chiedono se il fenomeno Heartbleed abbia a che fare con il più recente problema riscontrato dal provider
italiano Libero.it. Decine e decine di utenti segnalano di aver ricevuto mail contenenti link dall’aria sospetta: lunghe
sequenze di lettere a caso e come nome dell’oggetto il nome dell’utente mittente.
Un’analisi tecnica dei messaggi mostra che le mail di spam non partono realmente dalla mail di Libero.it, però i titolari
degli account mittenti sono preoccupati, perché gli indirizzi dei destinatari sembrano essere stati presi dalle loro
rubriche d’indirizzi e questo fa pensare a una violazione dell’account.
Si tratterebbe, insomma, di un caso di spoofing, nel quale l’indirizzo del mittente viene falsificato.
Nonostante Libero.it abbia dichiarato di non aver riscontrato alcuna violazione dei server, è consigliabile cambiare
la propria password e utilizzare un’app di posta sul proprio computer o dispositivo, così che la rubrica non risieda sui
server della webmail.
Per modificare la propria password bastano 5 semplici regole, che ci consentono di fissare una regola. Sicuramente è
importante non usare sempre la stessa.
1- Scegliere un nome legato alla propria vita (un protagonista dei cartoni animati dell’infanzia, la squadra del
cuore, il nome del partner).
2- Trasformare alcune lettere in numeri.
3- Aggiungere in testa o in coda un numero facile da ricordare.
4- Aggiungere un carattere speciale in testa o in coda.
5- Dopo il carattere speciale, aggiungere una lettera (magari maiuscola) legata al servizio che proteggete con
password.