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[fonte: technopolismagazine.it – pubblicato il 03 gennaio 2015] Nel 2015 l’industria It vivrà di ulteriori cambiamenti. Imposti dal ruolo centrale della continuità del business e trainati dalla domanda degli utenti finali di ottenere accesso 24/7 a dati e applicazioni. E i servizi di computing nella nuvola diventeranno un’offerta unitaria e non frammentata.

 

Cosa possiamo aspettarci nei prossimi dodici mesi in fatto di tecnologie in grado di cambiare in modo significativo processi, sistemi e strategie di gestione delle risorse a livello aziendale? Lasciando stare le predizioni a lungo raggio degli analisti e le innovazioni che aspirano a divenire elementi “disruptive” su scala globale nei prossimi anni vi sono “tecnologie” (come il cloud e i Big Data) cui i responsabili It aziendali dovranno dedicare molta attenzione nel loro operato day by day.

A detta di Paolo Lossa, Regional Sales Director Italia e Iberia per Brocade, fra i temi da mettere fra le priorità da affrontare il prossimo anno c’è sicuramente la crescita del cosiddetto “New IP”, di un nuovo modello di networking dettato dai cambiamenti nelle tecnologie di computing.

“Le reti legacy realizzate su protocolli proprietari chiusi e progettate per applicazioni non mission-critical – dice il manager italiano – dovranno adattarsi qualora non fossero in grado di supportare i nuovi trend tecnologici. Nel 2015 assisteremo al progresso di un nuovo paradigma del networking che si allinea meglio all’evoluzione dell’It, sempre più aperto, software-driven e focalizzato sull’utente”.

“L’approccio aperto – continua Sala – supporterà grandi passi in avanti per il Software-Defined Networking e la Network Functions Virtualization: nell’ultimo anno abbiamo visto come entrambe siano diventati elementi stabili nel futuro delle infrastrutture di rete. Abbiamo già assistito ad alcune iniziali adozioni che beneficiano di queste tecnologie ma, nel 2015, ci aspettiamo di vederle affermarsi pienamente. L’industria è consapevole che al fine di allineare realmente una strategia infrastrutturale di un’azienda ai propri requisiti di business, le stesse aziende devono essere libere di scegliere le soluzioni che meglio rispondono alle singole specifiche esigenze, indipendentemente dal vendor. Gli standard aperti e interoperabili accresceranno la loro popolarità nel 2015, perché i clienti preferiranno optare per maggiore possibilità di scelta e flessibilità”.

Cambiando orizzonte e abbracciando il tema Internet of Things, la visione di Brocade è in linea con quella di analisti ed esperti della materia: le aziende dovranno via via far fronte a una rete di dispositivi connessi in continua crescita (26 miliardi di unità connesse, dagli orologi ai frigoriferi, dai tapis roulant alle automobili, saranno attive entro il 2020 secondo Gartner) che generano e accedono ai dati.
Molte di queste tecnologie connesse saranno aggiunte alle reti aziendali o pubbliche esistenti, facendo investimento sull’infrastruttura sottostante che supporta questi avanzamenti assolutamente essenziali.

C’è quindi un altro tema strettamente legato all’adozione massiva delle nuove tecnologie ed è quello dello spazio di lavoro virtuale, che a detta di Sala sarò una necessità: “i dipendenti sono esigenti e, con i budget che rimarranno contenuti anche per il prossimo futuro, le aziende stanno valutando come rispondere alle necessità degli utenti e incrementare la produttività. Nel 2015 il lavoro in modalità virtuale diventerà sempre più consueto e le aziende cercheranno di rispondere a questa pressione introducendo spazi di lavoro virtualizzati”.

Idc, sottolinea infine Brocade, ha previsto che 1.3 miliardi di persone lavoreranno da remoto utilizzando tecnologia mobile nel 2015, pari al 37,2% della forza lavoro globale e tale ulteriore flessibilità creerà pressione in modo inevitabile sull’infrastruttura core It, tanto che le aziende dovranno assicurarsi di possedere la rete adeguata per garantire questi livelli di flessibilità e libertà agli utenti”.

Per Albert Zammar, nuovo Country Manager italiano di Veeam Software, fra i principali trend tecnologici cui prestare attenzione nel corso del 2015 c’è in prima fila l’always-on business. Di che si tratta? Anche se non è una novità – spiega il manager - la domanda di immediatezza subirà nel 2015 una forte accelerazione, perché l’immediatezza di accesso ai dati sarà di importanza cruciale su molteplici livelli: gli utenti continueranno a chiedere accesso senza restrizioni alle applicazioni in modalità 24/7 ovunque si trovino e tale richiesta accelererà sotto la spinta delle continue innovazioni nei device e della messa in opera e proliferazione delle nuove reti ultra-veloci (4G, LTE, 5G e così via) che non conoscerà soste”.

Gli utenti business, questa la previsione di Veeam, richiederanno prestazioni ancora superiori di accesso ad applicazioni e dati rispetto agli utenti consumer, e questa pressione spingerà i responsabili It a ripensare i loro modelli di disponibilità dei dati. “L’agilità e affidabilità delle reti – dice in proposito Zammar - diventeranno elemento centrale cui dare attenzione, mentre la virtualizzazione continuerà ad essere sempre più diffusa e proprio in questo contesto la disponibilità dei dati acquisirà sempre maggiore valenza strategica per i business leader”.

“Cambierà quindi l’approccio, ovvero non saranno più accettabili tempi di recupero o di salvataggio di ore o giorni e si esigeranno soluzioni sulla scala dei minuti. Il modo di pensare consueto evolverà maggiormente verso l'always-on business. Le aziende che abbracceranno il nuovo paradigma ne beneficeranno grandemente, anche se non tutte riusciranno ad allinearsi a questo trend, col rischio di imbattersi in una serie di eventi disastrosi in termini di disponibilità dei dati nei prossimi 12 mesi”.

La persistente esplosione dei dati, caratterizzata dalla consacrazione del fenomeno Internet of Things (alcuni osservatori pensano che si arriverà a 400 zettabyte a livello globale entro il 2018) costringerà le aziende a investire pesantemente in storage, analisi e recupero delle informazioni.

“Avere una strategia per la classificazione dei dati – dice ancora Zammar - sarà vitale nei prossimi 12-24 mesi e sarà compito dei manager capire quali dati tenere e quali scartare, quali adatti ad essere conservati con soluzioni di cloud storage e quali da conservare in infrastrutture on-premises. Con la crescita vertiginosa dei dati, pensare di conservare tutti i dati rappresenterà una sfida vera e impossibile e parimenti l’effetto IoT creerà per i dipartimenti It enormi problemi nei prossimi 12-24 mesi: gli utenti si aspetteranno servizi always-on e i sistemi informatici ne dovranno soddisfare le aspettative: se non ci riusciranno le aziende ne pagheranno caro i costi e siccome il costo del downtime già arriva oggi a numeri con sei cifre l'ora, il downtime nell'era della IoT potrebbe rivelarsi molto più costoso”.

Il cloud, infine. Le soluzioni di disaster recovery, secondo il manager di Veeam, “saranno offerte nella nuvola in modalità “as a service” e i dati saranno inviati in modo affidabile ai fornitori di soluzioni di hosting per un recupero veloce ed efficace. Questo permetterà alle aziende di accrescere la disponibilità dei dati, garantire la regola del 3-2-1 per la protezione dei dati e anche di aprire nuove fonti di guadagno ai service provider (stimolate da innovativi programmi dei vendor che faciliteranno le strategie di business basate su cloud). Il 2015 sarà l'anno in cui il cloud diventerà un’offerta unitaria e non frammentata.

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